domenica 30 agosto 2009

L'olio aromatizzato per il risotto

Olio aromatizzato allo scalogno
Un paio d'anni fa seguii un corso di cucina tutto sui risotti. I risotti erano decisamente il mio punto debole, non riuscivo mai a farne uno che mi piacesse veramente.
Beh grazie al bravissimo Matteo Pisciotta da allora sono soddisfatta, quando ne cucino uno. In realtà non ci vuole molto, bastano 4 dritte per capire come fare un buon risotto, e magari un "trucchetto", come quello dell'olio aromatizzato.
Non ho idea del perché mi sia venuto in mente di farlo proprio in questi giorni torridi d'estate, forse il tutto è un po' fuori stagione! Il giorno in cui l'ho fatto c'erano almeno 35 gradi e io ero chiusa in casa con tutte le finestre e persiane chiuse per tenere fuori il caldo... e i fornelli accesi. Vabbé.

Olio aromatizzato allo scalogno

1 litro di olio extravergine d'oliva, buono
10 scalogni

La spiega dello chef: nel risotto i sapori devono amalgamarsi armonicamente fra di loro, sentirsi tutti assieme e non deve essercene nessuno che sovrasta gli altri. Il sapore deve rimanere più puro possibile.
Invece di fare il soffritto con la cipolla o lo scalogno, che possono risultare sgradevoli una volta che arrivano in bocca perché se si mordono danno a tutto il boccone il loro sapore, è molto meglio fare questa preparazione.


Il procedimento: mettere l'olio in una pentola capiente, sbucciare gli scalogni lasciandoli pure interi e tuffarli nell'olio. Portare a ebollizione con fiamma bassissima e far sobbollire per un'ora e mezza.
Se possibile dividere l'operazione in più fasi, facendo bollire un po' e poi spegnendo la fiamma per poi riprendere dopo - per esempio - una mezz'ora. Lasciar raffreddare.
Al termine di tutto ciò gli scalogni avranno rilasciato gli oli essenziali e il loro sapore all'olio, a quel punto lo si può filtrare e mettere in una bottiglia.

La stessissima cosa si può fare con il burro, che diventa quindi un burro chiarificato, ovvero senza più acqua. Lo si conserva in frigo anche per 6 mesi.
E ci si può sbizzarrire aromatizzando anche con rosmarino, timo, maggiorana, quello che si vuole, sebbene questi sapori siano forse un po' troppo invadenti per una base che dovrebbe essere più neutra possibile.

Se utilizzare burro o olio come base per il risotto dipende dal tipo di risotto che si va a fare, io preferisco usare quasi sempre l'olio come base e poi a volte faccio la mantecatura finale con il burro.

A prestissimo la ricetta del risotto con cui l'ho usato!

mercoledì 26 agosto 2009

Il rientro

Ed eccomi qui, rientrata dalle vacanze.
Quest'anno sono state più lunghe del solito, 4 settimane.
E all'inizio pensavo: ne avrò di tempo per cucinare, ah se ne avrò, finalmente delle giornate intere per sperimentare ricettine nuove... sì come no!
Sono passate in un batter d'occhio e comunque i 35 gradi all'esterno non è che invogliassero poi molto a mettersi ai fornelli.
E allora vi lascio con qualche foto della Toscana, dove abbiamo passato una decina di giorni.
È stata una vacanza di relax, gite in bici, giornate in spiaggia e poi in piscina fin quasi al calar del sole, e belle serate con gli amici.

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mercoledì 5 agosto 2009

Corso di cucina ladina - Strudel

Ogni mercoledì mattina, al maso Sotciastel, in Val Badia, si tiene un corso di cucina ladina.
Sono andata ad iscrivermi all'Informaziun (il servizio di informazione turistica di Corvara), ed era l'ultimo posto disponibile, non ce ne fossero stati più sarei andata in paranoia!

Mi sono persa per arrivarci, questo è piuttosto normale ma stavolta sono giustificata perché il maso è davvero in un posto sperdutissimo (e bellissimo, ovviamente).

Erika, che ha tenuto il corso, è una signora simpaticissima, con un accento stupendo.
La sua casa è la casa di una volta, questa è la sua cucina:

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Stare lì tutti stretti appiccitati in quella piccola cucina a sentirla parlare è stata un'esperienza che non avrei voluto perdermi.
Qui vi ripropongo lo strudel perché appena arrivata a casa l'ho rifatto ed è venuto veramente buono.
I canederli saranno oggetto di un altro post, un po' più avanti.

Strudel tradizionale di mele

Per il ripieno:
3 mele possibilmente molto mature
zucchero a piacere
un cucchiaio di burro
una manciata di pan grattato
una manciata di uvetta (non ammollata)
la buccia di un limone grattugiata
un cucchiaino raso di cannella
un cucchiaio di rhum

Per l'impasto:
un etto di ricotta
un etto di farina
80 gr di burro
un pizzico di sale

In una padella sciogliere un cucchiaio di burro e unire una manciata di pan grattato.
Il pan grattato serve per assorbire l'acqua delle mele, quindi regolarsi per la quantità a seconda dell'acquosità delle stesse.
Sbucciare ed affettare sottilmente le 3 mele, zuccherarle a piacere e versare il tutto nel burro + pangrattato a fuoco vivace per pochi minuti, in modo che le mele perdano l'acqua. Attenzione, non lasciarle tanto da farle cuocere altrimenti fanno altra acqua, 5 minuti a fuoco vivace bastano.
Toglierle dal fuoco, aggiungere uvetta, buccia di limone, cannella e rhum e mescolare.
Ora l'impasto: impastare tutti e 4 gli ingredienti (il burro dev'essere un po' ammorbidito) e lavorarli per qualche minuto.
Lasciar riposare in frigo per un po' prima di stendere la pasta, poi stenderla molto sottile, col mattarello.

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E' un impasto versatilissimo e neutro (né dolce né salato) quindi può essere usato anche come base per le torte salate, io l'ho trovato ottimo.
Una volta stesa la pasta, sistemarla sulla teglia del forno ricoperta di carta da forno e mettere sul fondo un'altra piccola manciata di pan grattato.
Sistemare poi il composto di mele e chiudere a portafoglio. Non c'è bisogno di spennellarlo con nulla, viene benissimo così.
Infornare a 200 - 220 gradi per un quarto d'ora - 20 minuti.

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Il gatto di casa.

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martedì 4 agosto 2009

Alta Badia

Io e la famigliola siamo da poco tornati dalla Val Badia.
Sarà che lì - anni fa - ci ho fatto le prime vacanze "da grande", quelle senza genitori, da sola col fidanzato; sarà che lì per la prima volta ho assaporato la soddisfazione di arrivare in cima a una vetta, che ho imparato ad apprezzare il semplice atto di camminare in montagna, e respirare, e mettere un passo dopo l'altro, senza pensare a quanto la meta è lontana e a quanta fatica manca, che tanto non serve a niente, conta solo il passo che stai facendo. E' qualcosa di simile alla meditazione, in certi momenti.
Sarà per tutti questi motivi - dicevo - ma la Val Badia per me è LA montagna, non credo di aver mai visto montagne più belle.
Le foto non renderanno la maestosità del luogo, ma mi piace condividerle comunque.

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Qualche fiore... Ce ne sono ovunque e sono coloratissimi: su tutti i balconi, alle finestre, nei vasi, i prati ne sono pieni.

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Festa in pineta a Corvara, gli abitanti in queste occasioni usano gli abiti tradizionali.

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